Quando apri un blog ti senti un po’ come alle medie, quando ti regalavano un diario segreto. Pagina bianca. Che cosa ci scrivo? In realtà lo sai bene, ma le prime parole stentano ad arrivare. Stentano soprattutto se fra le tue amicizie ci sono blogger affermati, e se arrivi ad aprire il tuo blog quando online ce ne sono già millemila. Oltretutto, diciamocelo, se
quello che scrivevi su un diario poteva a malapena spiartelo qualcuno quando lo dimenticavi in giro, online è un altro paio di maniche.
Apro un blog, il mio blog, oltretutto, a ridosso di un evento importante di Bologna, il Social Media Strategies, durante il quale farò il mio primo intervento a un pubblico che non è quello “di casa mia”. Parlare a degli sconosciuti rispetto che alle convention del proprio settore è una cosa un tantino diversa.
Veniamo al dunque. Se qualcuno capita su questo blog anche a causa del mio intervento, potrebbe dire: solo così pochi contenuti? Ebbene sì. Dopo circa due anni in cui il mio dominio è lì fermo e un caro amico in attesa di caricare questo portale, ho deciso di metterlo online solo ora, per cui per il momento ci sono pochi articoli. Lo ammetto.
Conto di aumentarli? Ovviamente sì. Conto di metterne online millemila da subito? Ovviamente no. Mi barcameno fra innumerevoli ore di lavoro e qualche attività extra, formazione e – laddove possibile – un po’ di vita sociale. Non sono un automa, anche se amo fare il mio lavoro e mi piace pure scrivere. Però 52 ore in un giorno non sono ancora in grado di generarle (e se le generassi credo sarei comunque in deficit di tempo). Per questi motivi questo primo articolo arriva come una giustificazione, ma anche come un manifesto di intenti.
Apro questo blog portando la mia esperienza aziendale in un network franchising, come ho spiegato raccontando chi sono. Quello che faccio ogni giorno è complesso e riguarda un settore che, a mio avviso, ha delle peculiarità tutte sue, quando si parla di comunicazione e marketing, ma anche di gestione. Ovviamente non voglio entrare negli aspetti commerciali e burocratici delle reti di negozi, o franchising che dir si voglia, mi riprometto di analizzare e portare la mia esperienza rispetto a un mondo che mi appassiona e mi vede coinvolta da qualche anno. Solo cose vissute.
Per questo voglio parlare di dinamiche di comunicazione e marketing delle reti in franchising, analizzando sia la parte di brand che quella più locale di negozio.
Un’attività che opera sul territorio per conto e per nome di un marchio più grande ha oggi, con l’avvento del web, una serie di responsabilità e possibilità che non sono più trascurabili e devono essere gestite con attenzione e cura.
Gli strumenti che internet offre, da Facebook local a Google My Business consentono di incrementare notevolmente le possibilità di queste reti. Molti franchising non se ne rendono conto. Lo dimostra la penetrazione di alcuni strumenti in Italia, ma anche la difficoltà a strutturare dei piani di marketing che coinvolgano tutti i livelli, dal franchisor al franchisee, al cliente finale. Non voglio dilungarmi oltre. Spero che gli articoli che andrò a produrre, insieme a quei pochi che già vedete online, possano rendere l’idea su questo mondo.
Il mio blog si popolerà di questo e spero vivamente di riuscire nel mio intento. Così come spero di trasmettere un po’ chi sono. Parto con un po’ di sano outing:
Non amo le impostazioni artefatte da personal branding e ho un po’ di allergia verso tutta la falsità che sta ruotando intorno al mondo del web che parla di questo argomento.
Io credo fermamente che prima di tutto si debba essere se stessi. Questo è quello che voglio portare in queste pagine. Per questo non ho creato un’immagine di copertina con chissà quali simboli, perché non sono nemmeno brava con la grafica e anche se nel mio team ce ne sono di bravissime non mi sembrava il caso di far gestire loro questa parte (il mio nome però lo devo a loro e con il cuore devo un grazie a Manuela). Mi piace la fotografia, però, e ho partecipato a qualche concorso, a volte portando a casa qualche risultato. Così come mi piacciono l’Irlanda (dire mi piace è poco, lo so) e la sua atmosfera. Qualche amico sostiene che vi sia un legame karmico fra me e l’Isola di Smeraldo. Ad ogni modo, l’immagine di copertina che ho scelto mi rappresenta. Racconta di un momento della mia vita che forse un giorno tirerò fuori. In questo articolo invece ho scelto una foto della mia Irlanda, fatta qualche anno fa. Quella terra è parte di me, così come le foto che vi ho scattato in almeno 4 viaggi fatti lassù al nord.
Ora sai qualcosa in più di me, e magari anche che sono un po’ logorroica, se sei arrivato fino in fondo. Giuro che post filosofici o troppo introspettivi rimarranno fra le pagine del diario di un’adolescente. Tra queste, mi auguro troverai poca fuffa e qualche spunto di sostanza. Io ce la metto tutta. Grazie di avermi letto fino a qui.
Ah, un’ultima cosa, se non l’hai capito: mi piacciono i selfie. Non me ne volere. E’ così. De gustibus…
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